Mi chiamo Pietro

Pietro Brambilla

14-09-2009


Mi chiamo Pietro e faccio il muratore, il mio mestiere mi è sempre piaciuto sin da bambino, ma la mia vera passione è sempre stata possedere una fattoria. Mi piacciono soprattutto i cavalli; ho avuto la fortuna di possederne uno: si chiamava Maila. Quando l’ho dovuto lasciare per ritornare a Milano non è stato per niente bello.

Mi trovo in questo istituto di rieducazione per aver reagito a una provocazione nel peggiore dei modi; sono ristretto da 2 anni e 6 mesi per il reato di tentato omicidio, devo scontare una condanna di 6 anni. Anche se ho sparato, non mi sento un delinquente… non ho mai rubato né rapinato. Per mia fortuna non mi sono mai drogato e non ci tengo a farlo in futuro.

Con il mio mestiere ero riuscito ad andare avanti facendo una vita modesta. Posso comunque dire che, se c’era qualcosa che desideravo e me la potevo permettere, non me la facevo mancare. Ho avuto anch’io periodi di crisi nel campo lavorativo, ma anche se dovevo vivere a Milano e soprattutto pagare un affitto di 750,00 euro al mese, non ho mai pensato di andare a rubare; ho pensato invece di eliminare le spese superflue, la prima cosa sono state le sigarette; per il lavoro, quando potevo, usavo i mezzi invece della macchina, risparmiando ancora di più. Così è stato fino a quando, guadagnando qualcosa in più, sono riuscito a mettere su una piccola impresa.

Da quando mi trovo qui è iniziato a svanire tutto, giorno dopo giorno, ma il mio progetto futuro non è cambiato, è quello di continuare a lavorare per costruire. Anche se troverò mille difficoltà, sono sicuro di farcela, andando avanti con il lavoro e l’onestà.

I miei pensieri dopo questa parentesi di vita negativa, che ritengo comunque mi abbia cresciuto e insegnato a non reagire con istinto primordiale e leggerezza, sono soprattutto positivi, anche perché ritengo di saper fare bene il mio mestiere e la voglia di lavorare non mi ha mai lasciato neanche qua, visto che mi posso considerare abbastanza fortunato fra altri detenuti perché è da due anni che lavoro alla M.O.F.