L’iniziativa ha i suoi campi d’applicazione elettivi nelle scuole e nel carcere e fa riferimento: - alla necessità per ciascuno di noi di un progetto attendibile per mantenere il proprio equilibrio;
- all'importanza del riconoscimento del proprio progetto da parte di una autorità credibile e motivante e alle reazioni che spesso si producono quando si abbandona la speranza di potere ottenere tale riconoscimento (il mito dell'autofondazione, il mito del potere, la delega del riconoscimento ad autorità prese a prestito);
- all'esperienza comune che, anche quando si hanno buoni progetti, non di rado li si disattende o addirittura li si tradisce e all’importanza di un ambiente nel quale tale progetto possa venire seguito e accudito da figure di riferimento autorevoli, tali da poter difendere il progetto anche dagli attacchi della persona della quale il progetto porta il nome.
Si parte dal presupposto che i primi episodi di bullismo, la tossicodipendenza, il comportamento deviante consolidato, siano collegati: - all'incapacità di amministrarsi dentro i limiti convenuti dalla collettività;
- alla frantumazione della credibilità subita dalle istituzioni e dalle autorità di riferimento;
- al disorientamento che il soggetto vive quando non sa come impiegare le proprie energie e i propri talenti;
- al bisogno di reagire con un’identità forte e gratificante, pur se fondata essenzialmente sul potere di imporsi sugli altri e sul riconoscimento di tale potere da parte dei propri pari.
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