Regole e Libertà |
Laura Colognese | 08-03-2004 |
Due termini in apparente opposizione. E’ ovvio che là dove vengono poste delle regole, sono tracciati netti confini che delimitano le nostre libertà. Le libertà… perché esse sono numerose, presenti in ogni aspetto del nostro quotidiano: libertà di spostarci, ma anche di permanere; libertà di pensare, ma anche di non farlo; libertà di parlare, ma anche di tacere; libertà di esprimere le nostre opinioni, ma anche di non divulgarle… in una: libertà di vivere, ma anche di soffocare la nostra preziosa esistenza.
Ma cosa significa, concretamente, libertà? Quando possiamo sentirci realmente liberi? Libertà è fare quello che voglio, quando voglio? O è, forse, qualcosa di più impegnativo? E poi, sono libero anche quando faccio del male a me stesso e agli altri? Personalmente, considero la libertà un valore in continua crescita, in costante evoluzione. La libertà quindi non può ridursi ad una scelta di auto-distruzione ed avvilimento sociale.
Pensiamo, per un momento, alle ali: quale simbolo potrebbe trasmettere meglio la sensazione della libertà? Ecco: le ali sono libertà… proprio perché viaggiano, esplorano, fermandosi ogni tanto per poi riprendere il volo. Non sono armi, non vanno alla ricerca del nemico per abbatterlo, tagliano l’aria mentre vi si appoggiano e percorrono il loro tragitto in armonia con il paesaggio che attraversano. La natura non è ostacolo alla loro libertà, ma compimento della stessa.
Come posso, allora, sentirmi libero se limito la libertà dell’altro? Se io ho il diritto di essere libero, allora l’altro ha l’obbligo di rispettarlo; ma se anche l’altro ha il diritto di essere libero, anch’io ho l’obbligo di rispettarlo. Del resto, il singolo individuo stipula ogni giorno un contratto sociale con gli altri uomini, per poter sopravvivere, con ciò riconoscendo convenzioni ed adattandosi a norme di comportamento. E’ un inevitabile compromesso per vivere: fin dalla nascita, e in sempre maggior misura nel corso dell’esistenza, le nostre scelte, le nostre decisioni sono vincolate da diversi fattori: gli affetti, l’ambiente, la necessità, i sentimenti, una morale più o meno espressamente riconosciuta. Ma vincolare non è sinonimo di limitare: il vincolo segna un confine e un confine non è sempre un limite, ma la definizione di qualcosa. Certo, il vincolo può essere un peso, ma può anche impreziosire l’oggetto a cui si riferisce. Se io delimito la mia proprietà dalla tua, sono limitato nel non poter accedere al tuo fondo, ma sono tutelato contro la tua invasione nel mio; il che espande ed arricchisce la mia autonomia.
Come dire, che il rispetto dell’altro, di sé e delle regole che questo riconoscimento impone non soffocano la mia libertà, ma mi forniscono strumenti per meglio comprenderla e definirla. "Si nasce per diventare… e si diventa riconoscendo l’altro", ampliando le relazioni umane, impreziosendo le nostre esistenze con le esperienze di quanti incontriamo. Le ali volano, si muovono… raramente si fermano.