Dopo il sabato col Gr. TrsgAnna, Luca, Tommaso, SImone |
Sofia Lorefice |
02-03-2008 |
Sono Anna (quella del “se vi si aprissero le porte del carcere, chi si sentirebbe pronto a uscire?” tanto per intendersi), volevo dire che una sensazione che mi porto a casa è quella di aver incontrato delle persone coraggiose.
In noi scout ho visto il coraggio della responsabilità, dell’interessarsi a problemi di cui molti altri giovani… se ne sbattono. Nello staff ho visto il coraggio dell’educazione e in voi, detenuti, il coraggio e l’umiltà del mettersi in gioco.
Nessuno di noi è un eroe e il nostro coraggio non porta ad imprese grandiose… ci conduce invece gli uni verso gli altri. Vi ringrazio per avermi insegnato che spesso le prigioni sono dentro di noi e che vi sono uomini liberi dentro al carcere.
So che potrebbe contare poco o nulla, comunque (per quanto mi riguarda) ho fiducia in voi; non provo compassione ma stima e rispetto per ciò che state facendo, per gli altri e per voi stessi.
A presto, Anna
Ai detenuti: Mi ha stupito la vostra forza d’animo e la vostra volontà di ricostruire la “persona”, la determinazione a non rassegnarvi e omologarvi all’ipotetica categoria di detenuto incollerito e incompreso. Ho visto invece la voglia di rafforzarvi e di acquisire consapevolezza di quello che siete davvero e potete essere per rimettervi in gioco come protagonisti positivi nella società, come avete fatto con noi.
Luca
Cari amici, porto a casa tante cose da questi tre giorni e dall’incontro con voi. Quelle che ritengo importanti ora sono due, che ho trovato tra tutti i partecipanti all’incontro (scout, detenuti… tutti).
Per prima cosa mi sono reso conto che nessuno può essere inserito in categorie senza entrare nei dettagli. Non basta dire che una guardia è una guardia, un detenuto è un detenuto, uno scout uno scout. Dentro a questi gruppi ci sono mille storie, mille diversità. Ed è importante tenerne conto.
La seconda è che tra di noi e tra di voi ho riconosciuto l’importanza della strada, del cammino che ciascuno si costruisce per portare avanti la propria vita.
Tommaso
Caro workshop, sei stato inaspettato, una grande e bella sorpresa. Ogni attività l’ho vissuta con grande partecipazione. Mi porto a casa parole come libertà, responsabilità, scelta, seconda possibilità. Adesso occorre lasciarle sedimentare per capire quanto mi appartengono veramente.
Spero che le situazioni di questi giorni facciano “diventare la mia identità” sempre più vera e forte. Ho apprezzato molto questa iniziativa, che mi ha “iniziato” a conoscere questa realtà, spesso molto più giudicata che conosciuta. Forse l’errore più grande di chi non conosce è nascondersi dietro un giudizio di comodo.
Certo c’è bisogno, per dare una seconda possibilità, che chi sbaglia sia disposto a capire il proprio errore e ricominciare. Ma c’è anche bisogno che la società e le istituzioni costruiscano delle realtà che lo rendano possibile.
I pensieri sono molti; mi preme ringraziare l’intero gruppo della trasgressione per avermi aiutato a capire e crescere nella libertà.
Simone