Lettera al Presidente

Mulla Arben

Carcere di Bollate

13-05-2012

Egregio Signor Presidente

sono Arben Mulla, detenuto presso la Casa di Reclusione di Bollate–Milano. Vengo dall’Albania e sono padre di una bellissima bambina di nome Sofi, che ha appena compiuto 3 anni e 7 mesi. Mi definisco padre solo perché l’ho portata al mondo, ma il vero genitore in questo momento è la mia compagna che, con forza e sacrifici, fa da madre e da padre nello stesso momento, e tutto questo per colpa dei miei precedenti errori.

Mi trovo recluso da 3 anni e 4 mesi e devo scontare altri 5 anni. Da quasi 3 anni ho avuto la fortuna di essere membro del Gruppo della Trasgressione. Il gruppo è composto da detenuti ed ex detenuti, comuni cittadini, giornalisti, docenti, studenti universitari ecc. Il metodo, i temi e gli argomenti che vengono trattati somigliano a quelli dell' “Accademia Platonica”, con la differenza che i loro discorsi filosofici venivano sviluppati in un bellissimo giardino, invece i nostri si fanno in una stanza recintata da un muro di ferro e cemento. Ma tutto ciò non ostacola il nostro lavoro.

Il gruppo svolge il lavoro nelle carceri di Bollate, Opera e San Vittore e ha una stretta collaborazione con le università e le scuole milanesi per la formazione degli studenti neolaureati e la prevenzione di bullismo e tossicodipendenza.

Recentemente abbiamo anche ideato e costituito un giornale che si chiama “Voci dal Ponte” che sarà un punto di incontro tra noi ed il mondo esterno.

Obiettivo del gruppo non è solo di riabilitare il detenuto, ma riabilitare la persona, cioè creare le condizioni per cui ognuno guardi la sua vita, entri nella sua profondità e illumini i suoi lati oscuri, fino a quando scopre le potenzialità per uscire dal tunnel in cui siamo entrati con le nostre gambe.

Questo è il metodo che noi usiamo, così troviamo il punto di rottura con la società, con i limiti, con le nostre famiglie e con la nostra vita. Lavoriamo per costruire un rapporto solido con ciò che in passato abbiamo distrutto. Il nostro lavoro prosegue nel percorso di reinserimento in modo da poter riprendere il posto nella società, nel mio caso cancellando per quanto è possibile le conseguenze di aver creduto che il denaro mal guadagnato potesse favorire quel successo sociale che è ambizione di tutti.

Il gruppo della trasgressione, coordinato dal dott. Angelo Aparo e dai suoi stretti collaboratori, è forse la via migliore per il processo di rieducazione e reinserimento, perché ci aiuta a comprendere la gravità dei nostri comportamenti passati e dà alla pena che ci è stata inflitta il senso di un’espiazione finalizzata a un riscatto sociale.

Il nostro progetto non può e non deve fermarsi solo al nostro reinserimento, ma deve essere finalizzato ad aiutare anche chi non ha avuto la fortuna o l’occasione di seguire questo nostro percorso. La nostra idea è quella di costituire un gruppo operativo che possa raccontare la propria esperienza ai giovani nelle scuole, nelle università, negli ospedali, e ancora in convegni che trattano delle problematiche di droga, bullismo, devianze, anoressia.

Il progetto è un’idea, al momento con molti limiti. Di fronte a questi limiti, occorre l’aiuto dell’Autorità per realizzare questo progetto. Per questo motivo cerchiamo il Suo appoggio economico, ma cerchiamo in Lei anche un alleato che renda più facile il percorso di questa nostra idea.

Nella vivissima speranza che il nostro progetto colga la Sua attenzione e in attesa di un riscontro, le porgo i miei più distinti saluti.

Arben Mulla