Lettera al Presidente |
Alessandro Crisafulli |
Carcere di Opera |
15-05-2012 |
Egregio Signor Presidente,
sono Alessandro Crisafulli e sono detenuto presso il carcere di Opera. Da circa tre anni ho il privilegio di far parte del Gruppo della Trasgressione, al quale devo molto perché mi ha aiutato a entrare nelle pieghe del mio passato e a intendere lo schema mentale che non mi consentiva di evolvermi.
Nella mia lunga carcerazione ho partecipato a molti corsi e ho preso parte a parecchie attività, tutte degne di merito, ma il Gruppo è un'altra cosa: è una concreta opportunità di crescita.
La principale caratteristica del Gruppo è che ti dà modo di esprimerti liberamente e, soprattutto, ti offre l'occasione di confrontarti con liberi cittadini: principalmente studenti universitari e neolaureati. Il Gruppo è diretto dal dott. Angelo Aparo che lavora nelle carceri milanesi da trent'anni. Egli è certamente un uomo sui generis, ma d'altronde, se così non fosse il Gruppo non sarebbe neanche nato. E invece, con tutte le difficoltà che accompagnano i progetti ambiziosi e la quasi totale mancanza di fondi istituzionali, grazie alla caparbietà e alla competenza del dott.Aparo e anche dell'aiuto di alcuni membri storici, il Gruppo esiste da quindici anni.
La cosa che trovo straordinaria è che il Gruppo della Trasgressione dà l'opportunità, anche a chi come me ha contribuito a sporcare il mondo, di essere parte attiva nel carcere e di prevenire bullismo e tossicodipendenza. Ritengo che questo aspetto dia alla pena una valenza enorme, anche perché, come il mito di Sisifo insegna, non c'è punizione peggiore per un uomo che sentirsi inutile.
Parallelamente, attraverso le discussioni e la ricerca delle possibili soluzioni, dà il nutrimento per l'evoluzione. Mi rendo perfettamente conto che attuare il dettato costituzionale sancito dall'art. 27, cioè la rieducazione del condannato, è un compito arduo, ma non per questo bisogna rinunciarvi perché restituire dignità a un uomo che ha sbagliato non è solo un compito nobile, ma è anche un vantaggio per la collettività.
A mio modesto parere, il Gruppo ha le potenzialità per incidere notevolmente sul recupero del reo perché rispetto ai canali istituzionali consueti ha la prerogativa di fare abbassare più facilmente le barriere che dividono i detenuti dagli operatori istituzionali. Ciò è possibile principalmente per due motivi: il primo è che tra detenuti e membri esterni c'è un rapporto paritario; il secondo motivo è che, incontrandoci settimanalmente, si instaura un legame speciale basato sulla stima e, perché no, sull'affetto… in sostanza si diventa una sorta di famiglia. Queste, a mio avviso, sono le condizioni che consentono al Gruppo di entrare in profondità nelle storie di ciascuno per cercare di sanare le lacune esistenziali che sono alla base della devianza.
Grazie alla credibilità, alla serietà e alla competenza dimostrata nel corso degli anni, il Gruppo svolge sul territorio, principalmente nelle scuole, il compito per il quale è nato: salvare giovani vite dalla perdizione in tutte le sue sfaccettature.
Purtroppo, come lei ben sa, qualunque progetto richiede, oltre all'impegno e alla responsabilità anche investimenti tangibili. Per questa ragione mi permetto, Signor Presidente, di chiederle aiuto: sono certo che se lei appoggiasse il nostro progetto molti giovani avrebbero un futuro migliore. Ringraziandola per l'attenzione le invio una virtuale stretta di mano.
Alessandro Crisafulli