Lettera al Presidente

Simone Beretta

Carcere di Bollate

22-04-2012

Buongiorno Sig. Presidente,

mi chiamo Simone Beretta e sono un detenuto di Bollate, membro del Gruppo della Trasgressione, che frequento dal novembre dello scorso anno.

Il mio approccio con il Gruppo della Trasgressione è avvenuto lo scorso ottobre nel Carcere di San Vittore. Non pensavo che un colloquio durato pochi minuti potesse cambiare così il mio percorso all’interno degli istituti di pena, che fino a quel giorno sembrava destinato solo a fare aumentare il mio rancore nei confronti delle istituzioni.

Quel particolare colloquio non mi sembrò nulla di speciale, uno dei tanti che vengono fatti in carcere con i diversi specialisti che scrivono appunti e ti valutano in pochi minuti in base a quello che gli racconti. Inizialmente decisi di entrare nel gruppo per curiosità… se si parlava di trasgressione, sicuramente non mi sarei trovato fuori luogo insieme a quelle persone… con un passato di anni da tossicodipendente, avevo anch’io la mia storia da raccontare.

Avevo partecipato a molti gruppi, nelle comunità, nei centri diurni, negli ospedali, pensavo di aver visto e sentito tutto, ma ciò che caratterizza il gruppo della Trasgressione è l’integrazione tra persone detenute e persone esterne: studenti, professori, seduti uno accanto all’altro a condividere le proprie storie e le proprie riflessioni. Il tutto è accompagnato dai modi rudi e genuini del dott. Aparo, che rilancia e valorizza gli stimoli portati da chiunque sieda al nostro tavolo.

Il frutto del nostro lavoro lo portiamo fuori, lo mostriamo alla gente. Da quando sono membro del gruppo, abbiamo fatto diversi convegni, uno a Bollate, uno ad Opera, diversi incontri con le scuole, sia in carcere che nelle aule degli studenti. Ogni nostro successo, ogni sorriso, ogni lacrima ci coinvolge tutti. Le potenzialità di questo gruppo sono enormi, abbiamo un modo di comunicare, specialmente con i giovani, che abbatte qualsiasi barriera. Le nostre storie, quello che abbiamo vissuto e il nostro percorso arrivano a tutti.

Nei nostri intenti, Sig. Presidente, c’è quello di diventare uno strumento sempre più utile di risocializzazione per noi detenuti, di formazione per gli studenti laureandi e neolaureati ma anche e soprattutto di prevenzione per i giovani. Le nostre idee sono concrete, ma il suo aiuto potrebbe essere fondamentale per proseguire in questo progetto, per la costituzione di nuclei operativi di prevenzione, per diffondere il nostro metodo di lavoro.

Da poco abbiamo cominciato anche a realizzare un nostro periodico, “Voci dal Ponte”, sia online sia cartaceo, questo per poterlo rendere accessibile a tutti, ristretti e non. Per proseguire in questo progetto abbiamo deciso di autotassarci, vorremmo anche costituire una cooperativa per dare lavoro e opportunità alle persone che hanno un vero desiderio di risocializzazione.

Grazie per la disponibilità che ci ha concesso di parlarle del nostro gruppo e speriamo che questo possa essere davvero un inizio di dialogo e di collaborazione tra il suo ufficio e i membri del gruppo della Trasgressione.

Distinti saluti
Simone Beretta