A proposito del vuoto |
Angelo Aparo | 23-09-2008 |
A volte vengono proposti sul sito degli scritti che costituiscono una testimonianza traumatizzante, pur se a mio avviso preziosa e insostituibile, dei sentimenti e delle idee di chi vive nella violenza. Il contenuto di questi documenti è un crudo spaccato della percezione che una parte del nostro mondo ha delle relazioni, delle istituzioni, di se stesso.
Il vuoto tragico e mortificante dello scritto di Ivano è lo stesso che, misto ad alcol e cocaina, dilaga sulle autostrade, nelle scuole della Finlandia e in quelle della Lombardia. Un vuoto che, come sappiamo, non riguarda solo i diseredati e i perdenti delle periferie.
Questi scritti, dunque, non vengono pubblicati per fare cronaca, né per documentare le lamentele, il rancore, il blasfemo stillicidio della coscienza che il lettore vi può riconoscere. Vi si cerca dentro per promuovere costruzioni insieme con le persone che li hanno prodotti e con quegli adolescenti che vestono di bullismo la loro impotenza.
Si sa che il piacere della responsabilità o la desolazione del vuoto non vengono fuori per caso. Da parte nostra proviamo a fare in modo che questi scritti e ciò che membri e ospiti del gruppo ne ricavano insieme rendano più riconoscibile la strada sulla quale detenuti e liberi cittadini si sono stretti la mano.
Per il Gruppo della Trasgressione
Angelo Aparo