Un filo per Teseo |
Adriano Sannino |
05-11-2015 |
Se si vuole far crescere il cervello del condannato, ci vogliono spazi dove potersi confrontare con persone di diversa cultura, progetti evolutivi a lungo termine, e poi lavorare, leggere, giocare, coltivare i propri hobby.
Sono stato in una cella di 10 metri quadrati a oziare per 22 ore al giorno. Avevamo la possibilità di andare al passeggio 50 minuti al mattino e 50 minuti al pomeriggio, il resto della giornata stavamo chiusi in cella ad accumulare disprezzo verso noi stessi, rabbia e rancore verso e gli altri.
La mente del detenuto ha bisogno di essere nutrita e incoraggiata: più spazi egli ha a disposizione per esprimersi, confrontarsi e progettare con gli altri, meglio e prima la sua mente uscirà dal labirinto nel quale aveva vissuto anche prima di entrare in carcere.