Eugenio Pipicelli |
10-12-2011 |
Sono fatto dei prati intorno ad un quartiere
Di labirinti scavati nei rovi e di giovani amici
Sono fatto del profumo di assi da poco tagliate
Di chiodi e martelli rubati
Sono fatto di rabbia, di carte, dadi e San Vincent
e di pane e latte a pranzo e a cena
Sono fatto delle molle di un letto sgangherato
Di pareti con scritte e disegni d’infanti
Sono fatto di scarpe dismesse da altri
Di moccolo e piste verdi sulle maniche
Sono fatto d’acqua sudicia nella vasca
Sono fatto di sporco di terra
E corteccia d’albero, di sudore e graffi
Sono fatto di fiumiciattoli e rigagnoli
Di pioppi, rami e foglie
Sono fatto di vento
Di allodola che canta in alto nel cielo
Sono fatto di polline portato lontano
Sono fatto di pietra, dove la lucertola prende il sole
Sono la talpa con il suo mucchietto di terra
Sono fatto di papavero e camomilla in un campo di grano
Sono fatto di camporella e 4 occhi al cielo
La scia lasciata da un aereo
Sono la gramigna e il melograno nel giardino
Sono fatto di un racconto per bambini e menzogne per adulti
Sono fatto del buio di una cantina
Sono il respiro e il battito del cuore
Sono fatto di avorio duro e castità forzata
Sono fatto del silenzio di un ricordo lontano
Sono fatto di legna che arde
Come fiumi in piena nel mio corpo
Sono fatto di luce che filtra sotto la porta della cantina
Sono fatto del male di chi non ha avuto strumenti
Sono lo strumento del male, che ti lascia sgomento
Quando non trovi più niente.
Sono fatto di odio per le mie braccia le mie gambe e il mio volto
E anche del rumore dell’attività cerebrale.
Sono fatto figlio di mio figlio per capire che ero padre
Sono fatto dell’ombra di uno sconosciuto che passa sotto un lampione
Sono fatto degli occhi di un leone in agguato
Pronto nel buio
Ad azzannare Amore e parole di pura beltà.