Il fuoco | |
Ivano Moccia | 04-07-2009 |
Ne ero molto attratto e penso che tutti lo siano. Mi ricordo da bambino questo fenomeno che ti incanta, ti trasporta in ricordi o pensieri mentre ti tiene fermo lì, con lo sguardo sempre rivolto a lui. Il fuoco ti riscalda e ti avvolge nella sua bellezza. A volte una fiamma si alza e pare voglia raggiungermi; io provo ad arretrare per non scottarmi.
E’ capitato che il fuoco mi travolgesse, trasformandomi in una torcia umana. Allora chiunque mi si avvicinava o chiunque io avvicinassi, anche se solo per poco tempo, veniva bruciato. Molte di queste persone dopo il contatto col fuoco non erano più riconoscibili, avevano perso parte della loro identità.
Vorrei essere un mangiafuoco. Ricordo di averne visto uno quando ero ragazzo in piazza del Duomo; mi colpiva come riusciva a giocare con il fuoco, lo controllava, lo dominava e, alla fine del suo spettacolo, lo spegneva.
Questo fuoco indomabile oggi, qui dove sono, è acceso dentro di me come una candelina, non nuoce, anzi mi permette di guardare. Ma il giorno in cui tornerò fuori ad affrontare i problemi che troverò lungo il cammino vorrei diventare bravo come quel mangiafuoco che ho conosciuto in piazza Duomo.