Il chiodo | |
Ivano Longo | 06-07-2009 |
Ho una pergamena fissata con un chiodo in una parte del mio stomaco. Su questa pergamena ci sono scritte delle frasi o semplici parole, che mi comandano e mi condizionano la vita, come è già avvenuto in passato, facendomi e facendo del male.
Oggi sto lottando per modificare quelle parole affinché quello che ne verrà fuori diventi la mia forza, per potere un giorno condurre una vita sana e semplice.
Ho avuto una brutta notizia, e cioè che i miei T-CD4 hanno raggiunto una soglia critica. Allo stesso tempo però, con questi valori, ho buone possibilità di uscire da qui con il differimento della pena, come uomo libero. E questa è una bella fregatura perché io non mi sento ancora pronto per lasciare questo posto.
Ivano è impazzito, penserete voi. No, Ivano è soltanto spaventato, spaventato della realtà che troverà fuori, realtà che non sa da che parte prendere, perché oltre a questa, Ivano conosce un'altra di realtà, quella che ha nel sangue e nella testa, una realtà fatta di pistole e siringhe. Questa forse è la realtà che più lo spaventa e lo attira contemporaneamente, un nettare che a volte ancora lo chiama.
Ma ho notato che il chiodo che sorregge la pergamena sta traballando.