Nazisti ed Ebrei |
Antonio Iannetta, Antonio Di Mauro | 26-01-2009 |
Al gruppo ci siamo detti che oggi, per la giornata della memoria, avremmo potuto parlare della Shoah e del nazismo, ma non per nasconderci dietro la nefandezza di quegli atti. Ecco perciò il nostro contribuito alla Giornata delle Memorie.
Quante volte irrompendo in banca, assoggettavamo gli astanti con urla e spintoni. Quei gesti per noi erano consuetudine, lo sono stati per anni. Abbiamo perso! Ci siamo persi, lasciando che prevalesse il potere malefico. Ci siamo nutriti per anni della paura che instillavamo, senza renderci conto che in questo modo offuscavamo la parte sana, creativa, quella che in noi poteva generare potere positivo.
Attraverso la memoria cerchiamo di ricostruire ciò che siamo stati, ciò che non vogliamo più essere. Ricordando le umiliazioni inflitte gratuitamente agli altri, abbiamo imparato a sopportare meglio quelle inflitte a noi. "Ce le siamo cercate", ci siamo detti. Come si può pensare di mettere in gioco la vita altrui, oltre alla propria, solo per ricavarne un profitto e senza batter ciglio? Bisogna essere pervasi da follia! Ci siamo parlati ed entrambi addossiamo responsabilità in egual misura a droga e giovane età, un connubio esplosivo ai tempi in cui abbiamo iniziato a delinquere.
Recuperare un senso morale e trovare le risorse cui attingere per sottrarsi ad una esistenza fatta di reati e carcere è ciò che il Gruppo della Trasgressione si propone. Durante gli incontri entrambi abbiamo provato qualche volta un senso di vergogna profonda di fronte ai nostri racconti o di fronte a ciò che sentivamo dai racconti di nostri amici. Trovare il coraggio di raccontarsi, di svelarsi è difficile, ma solo cosi possiamo divenire uomini migliori, recidendo i cordoni ombelicali col passato. Passato in cui saremmo sicuramente morti!
Peccato! Forse se avessimo frequentato un gruppo di discussione simile quando eravamo giovani… ma difficilmente sarebbe stato possibile un gruppo della trasgressione! I tempi non erano maturi, più che i tempi le teste! Chi lo avesse frequentato sarebbe stato tacciato anzi marchiato come infame!
Chi crede che esista il potere di fare del male rimanendo impuniti sbaglia. Si rimane macchiati! Confrontandoci fra di noi in piena sincerità su alcuni episodi passati, abbiamo ricordato prepotenze gratuite di cui ci siamo resi responsabili ed è riaffiorato un senso di fastidio per quei fatti, anche a distanza di anni. Un rifiuto che entrambi addebitiamo alla nostra parte sana, quella di uomini consapevoli di avere consentito al nostro potere negativo di prevalere e di cancellare la coscienza per non avere rimorsi.
Memoria di quanto è accaduto affinché non accada più. Staccare la coscienza dall’azione indegna è strumentale al poterla compiere; dimenticare di doverne pagare il pegno è un naturale anticorpo che si attiva in quei momenti particolari. Il conto di quelle azioni infami ci è stato presentato dalla nostra coscienza anni dopo. Abbiamo cercato inizialmente di trovare giustificazioni agli atti compiuti, ricordando il trattamento subito nelle carceri cosiddette speciali, ma ci siamo subito accorti che il paragone sminuiva quanto stava risalendo in superficie dalle regioni remote della coscienza che avevamo zittito.
Cosi abbiamo imparato a conviverci, cercando di compiere piccoli atti quotidiani che hanno prodotto il cambiamento attuale. Ma questo non è uno stato di arrivo e quindi di chiusura. E’ solamente uno stimolo gratificante a far meglio. Troppo è il benessere che proviamo, troppa è la stima e l’affetto che traspare dagli occhi del gruppo della trasgressione per ipotizzare tradimenti o ritorni ad un passato che non ci appartiene più.
L’unico gruppo di appartenenza cui ci onoriamo di far parte e che ci ha accolti, sapendo quel che siamo stati è quello della trasgressione. L’uomo ha una capacità infinita di rinnovarsi ed emendarsi, la storia lo insegna, nel nostro piccolo siamo di esempio.
La linea che divide le vittime dai carnefici è labile, si può essere vittime e carnefici nello stesso tempo: con gli altri si può abusare del proprio potere; ma si può essere ebrei e nazisti, nazisti ed ebrei con noi stessi.
Per il gruppo della trasgressione
Antonio Di Mauro e Antonio Iannetta