I due vecchietti |
Domenico Branca |
27-06-2012 |
È un po' di tempo che sento parlare della morte del cigno. Il ballerino non si rassegna, non vuole lasciare morire il cigno… e intanto se ne frega dello spettacolo e di chi aveva pagato per vederlo. Per lui lasciar morire quel cigno significava lasciar morire se stesso.
Io credo che ognuno di noi, se messo davanti alla morte, cerchi di rimandarla il più possibile, se è sano di mente, fino a quando non sia stanco di vivere per davvero. Ma per essere stanchi della vita, secondo me, bisogna aver fatto tanto, o forse bisogna aver raggiunto i traguardi che ci si era prefissati di raggiungere.
Al mio paese c'era una coppia di anziani. Sempre seduti fuori l'uscio di casa loro, come si usa fare in certi paesi del Sud-Italia. Avranno avuto all'incirca 80 anni ciascuno. Tutti e due, marito e moglie, dall'apparenza annoiata, a mio dire rappresentavano l'essenza della vita.
Tra di loro si scambiavano soltanto qualche parola di tanto in tanto. Io, bambino, o quasi adoelscente, mi fermavo per salutarli e per chiedere loro se avessero bisogno di qualcosa, come i miei genitori mi avevano insegnato a fare verso gli anziani. La risposta era sempre la stessa: "No figlio mio, grazie, vai pure che noi abbiamo già tutto".
Dopo poco tempo morì il vecchio e io, passando sempre di lì, vedevo l'anziana signora che di giorno in giorno diventava sempre più magra e stranamente più sorridente. Non avevo il coraggio di fermarmi per chiedere come stesse, ma un giorno, preso dalla curiosità, le domandai come mai fosse così serena. Forse si era liberata del viso di suo marito, mi veniva da pensare.
Mi sedetti al suo fianco e quando le chiesi come stava lei mi disse che non si era mai sentita così bene. Allora mi feci spiegare il motivo di tanta gioia.
"Caro mio", mi disse la vecchia, "se sono così serena, e diciamo anche felice, è perché ogni giorno che passa si avvicina sempre di più il il momento in cui andrò a stare vicino al mio vecchietto".
Le diedi un bacio affettuoso e me ne andai sorridendo anch'io.