Il cigno e l'inganno

Marcello Iannacci

 

03-12-2011

Certo, le similitudini, o meglio, le cose in comune tra il ballerino che interpreta la morte del cigno e la vita di un balordo, quale che sia (rapinatore, spacciatore), ci sono. Scrivere il mio racconto è il modo migliore che conosco per farmi capire. Spero!

L’inganno, l’incanto, la sordità, la tirannia, la vitalità, l’arroganza, l’emarginazione, il coraggio e la solitudine possono esistere, tutte insieme, queste caratteristiche, in una persona sola?

L’uomo è pure questo. Ho vissuto fino ad oggi così. Riconoscerlo e averne preso coscienza mi fa pensare che io sia diventato un saggio. Sì, perché mi sento di poter dare consigli. A chi? Ai “nuovi” bulli. E a Gioele.

Entro con la scusa di un’informazione; inganno tutti con la mia gentilezza. “Scusate, la via Tal dei Tali?” Loro pendevano dalle mie labbra, allo spettacolo che ne stava per seguire loro non pensavano minimamente. “Come? Che via ha detto?” si rivolge a me uno di loro. Nel frattempo mi tiravo via il casco, non per mostrare loro il mio volto, comunque coperto dal sottocasco. Risposi: “Andiamo alla cassaforte”. Increduli, ancora non capivano. Come un tiranno col suo popolo mostravo loro la pistola; in quel momento capivano che lo spettacolo era diverso da ciò che avevano creduto che fosse. Li tranquillizzai: “Sedetevi, volete da bere? Tranquilli, non durerà molto, stasera avrete qualcosa da raccontare a casa.”

Presi i soldi e uscii da lì, senza essere preoccupato di aver stravolto le loro vite; arrogante più che mai, mi avviai per il mio cammino.

Entro in casa, bacio mia moglie e Giole, li guardo e dico loro: “Vi amo, siete la mia vita, siete l’alba e siete il tramonto”. Mia moglie mi dice: “Com’è andato il lavoro? Sono contenti di te?” “Certo, sono rimasti tutti di stucco. Ho fatto un lavoro perfetto. Ho messo in pressione l’impianto e non ci sono perdite, sono rimasti contenti e domani mi pagano.” “Questi soldi ci volevano” mi dice mia moglie. “Sarai stanco …” “Sì, ma vederti mi fa passare tutto, anche la stanchezza.” Incantata dal mio inganno lei mi riempì di coccole. Dio, che bello vedere la persona che ami felice.

Come per il ballerino, la mia arroganza e la mia sordità mi hanno impedito di comprendere che ciò che cercavo lo avevo. Mia moglie, la prima ed unica ballerina del mio cuore, Gioele, il frutto del nostro spettacolo.

Una cosa è certa: mia moglie e mio figlio saranno i protagonisti del mio futuro tour teatrale. Per spiegare perché e cosa hanno in comune la morte del cigno con la vita di un balordo questa storia mi sono inventato. Attraverso le sbarre ammiro il tramonto, rifletto, mi guardo allo specchio. Tutto questo non è un’invenzione.