Il grande cigno

Roberto Cannavò

 

16-05-2012

Nei nostri incontri abbiamo parlato tante volte del cigno che rompe i patti, che si sottrae agli schemi della regia e fa di tutto pur di apparire... ma quante volte la condotta del cigno corrisponde invece proprio a ciò che vuole il regista?

Nella mia personale esperienza ho incontrato cigni che erano anche dei burattinai. Spesso il cigno piccolo, non autonomo, cerca un gruppo di appartenenza al quale fare riferimento, un po' come succede per il bullo. Ma spesso questo cigno in erba incappa in un gruppo capitanato da un cigno burattinaio, il quale da dietro le quinte muove astutamente le fila dei burattini.

Grazie alle loro azioni il burattinaio raggiunge i suoi scopi, garantendosi l'immunità con la società e con la giustizia. Tutto ciò che deve fare, dall'alto della sua posizione, è soddisfare il loro ego da piccolo cigno. In cambio otterrà la loro sudditanza psicologica e strutturale e ne avrà il rispetto e la riconoscenza.

Tutto questo deve far riflettere, perché è importante individuare come nasce e si sviluppa il rapporto fra cigni innocui, seppur egocentrici, con il cigno distruttivo.