L'anatroccolo e il cigno

Carmelo Impusino

 

25-01-2012

Tutti si aspettano che muoia per tener fede a una storia già scritta. Ma io non ho nessuna intenzione di farlo. Non rispetterò una storia che non ho scritto io. Non voglio finire dimenticato, fra l'indifferenza e qualche breve sguardo di compassione.

Personalmente, avrei voluto essere un'aquila, per volare fiera e lontana. Invece, sono stato un anatroccolo, poi per necessità ho corso a perdifiato per diventare un cigno. E così ho lottato con tutto e tutti, anche con me stesso! Ho varcato i limiti, tralasciato la mia serenità con le sue scontate e misere certezze, fino a modificare la mia stessa identità.

Molte volte ho pensato che non ero nato per sostenere la vita del cigno che sono diventato. Ma mi sono anche chiesto cosa avessi realmente da guadagnare in un'esistenza da anatroccolo, dove sarei diventato preda di qualcuno o di chissà quale destino infame. Per questo o per paura che questo fosse il mio destino, sono diventato cigno, coprendo contraddizioni e coscienza di me.

Ora però sono un cigno, padrone di uno stagno nel quale muovermi a mio piacere. Non so quanto durerà tutto questo, so solo che qualcuno cercherà di fermarmi, qualcuno al quale non interessa la mia frustrazione di sapermi e sentirmi solo un anatroccolo. Forse quel qualcuno ha messo in preventivo che io debba essere la vittima sacrificale di una storia e un sistema sociale da mantenere. Ma questo qualcuno non ha fatto i conti con il mio istinto di sopravvivenza né con la mia ostinazione.

Mi sarebbe piaciuto trovare un compromesso e crescere secondo la mia natura, ma chi mi vedeva anatroccolo voleva solo la mia morte. E dunque è stato più semplice coltivare la mia indifferenza piuttosto che la mia natura, sopportando il peso e la responsabilità del mio ruolo. Nutro ancora la speranza che un giorno io possa cambiare, nel frattempo però continuo ad essere anch'io indifferente a tutto e tutti, lasciando spazio solo all'arroganza delle mie esigenze.

Userò tutte le mie forze per continuare a vivere, e non sarà una legge o un copione già scritto a convincermi che devo perire silenziosamente. Uccidetemi voi se proprio ci tenete, oppure riscriviamo assieme la storia e il finale. Vi chiedo solo di non farmi vivere e morire inutilmente e io ritornerò dignitosamente un sereno anatroccolo.