Partecipanti: l’Ispettore comandante Muscariello, un gruppo di agenti, la Dott.ssa Longo, la Dott.ssa Zoia, la Preside delle scuole del carcere Prof.ssa Lavizzari, un’assistente volontaria, una tirocinante dell’Università Cattolica, il Gruppo della Trasgressione e il Dott. Aparo.
Le celle a rischio
Le celle a rischio ospitano diverse tipologie di persone, dai malati psichiatrici a coloro che hanno compiuto atti autolesionistici, persone comunque potenzialmente a rischio che hanno bisogno di un’osservazione continua. Sono quattro e hanno una capienza di 12/16 detenuti.
Obiettivi del progetto
Creare le condizioni affinché i detenuti delle celle a rischio possano tornare a vivere nei raggi insieme agli altri detenuti; farli passare da una condizione di depressione che li porta ad avere comportamenti distruttivi ad una di maggior benessere che dia loro la possibilità di attuare comportamenti costruttivi per se stessi e gli altri.
Fare in modo che il transito nelle celle a rischio diventi un momento terapeutico affinché una volta tornati nei raggi i detenuti siano psichicamente più solidi.
Per quei detenuti che sconteranno la propria detenzione in quel reparto perché incompatibili con la vita nei raggi, individuare altri obiettivi di più piccola portata che ne migliorino comunque le condizioni di vita.
Gli obiettivi enunciati sono di interesse comune; alla buona riuscita del progetto sono interessati: la direzione, l’amministrazione, il corpo di polizia penitenziaria, gli assistenti volontari, i membri del gruppo della trasgressione. In una parola, gli obiettivi di questo progetto sono dello Stato e di coloro che coordinano il loro operato con tali obiettivi.
Un agente penitenziario ha sottolineato che gli obiettivi sono dello Stato, ma anche di tutti coloro che lavorano a questo progetto in maniera attiva e non limitandosi ad eseguire gli ordini.
Proposte operative
Fare un incontro preliminare tra i detenuti del Gruppo della Trsg che lavoreranno al progetto, gli altri operatori e i detenuti delle celle a rischio per illustrare loro il progetto e individuare richieste, necessità, problemi e aspettative da prendere in carico, conoscersi reciprocamente e verificare quali risorse siano spendibili.
Organizzare una riunione tra un paio di agenti e un paio di detenuti per incominciare a stendere alcuni punti operativi e verificare come i detenuti del gruppo e gli agenti possano collaborare.
Organizzare attività fisiche e culturali, quest’ultime riguardo le problematiche affrontate dal gruppo con l’idea che produrre uno scritto e collaborare ad una discussione in vista di un obiettivo comune sia uno degli strumenti per stimolare l’attenzione e l’attività.
Usufruire di un’ora in più d’aria affinché i detenuti del gruppo possano interagire alla pari con i detenuti delle celle a rischio.
Nelle due ore al giorno in cui le celle a rischio vengono aperte e i detenuti hanno accesso al corridoio comune, i detenuti del gruppo possono essere presenti e interagire con loro.
Stabilire un termine entro il quale (metà settembre) gli operatori insieme ai detenuti del gruppo si confrontino sul percorso compiuto e organizzino le attività future in base ai bisogni e problemi riscontrati; organizzare cioè degli incontri di perfezionamento degli obiettivi, degli strumenti e delle modalità per conseguirli.
Punti fermi raggiunti
Per il momento è possibile che venga autorizzata la presenza dei detenuti del gruppo per lavorare a questo progetto in due fasce orarie:
dalle 11,30 alle 12,45 durante l’ora d’aria ai passeggi;
dalle 16,15 alle 18,45 durante apertura serale delle celle.
In questi orari è possibile utilizzare le salette del raggio.
Questi orari valgono fino alla fine di agosto, poi potrebbero subire dei cambiamenti in funzione dell’organizzazione interna al carcere.
Un punto da chiarire
L’aspetto economico del lavoro del detenuto. Molti detenuti del gruppo lavorano e mandano a casa parte dello stipendio, per partecipare a questo progetto dovrebbero diminuire le ore di lavoro retribuite e ciò comporterebbe loro dei problemi da tenere in considerazione.
E’ fissato per domani, 22-07-2003 alle ore 17 il primo incontro dei detenuti del gruppo con i detenuti delle celle a rischio.
Coordinate su cui orientare gli interventi
E’ importante che i detenuti delle celle a rischio abbiano la sensazione di non essere abbandonati a loro stessi, ma di ricevere attenzione da parte degli altri detenuti e dell’istituzione.
E’ importante far sentire loro che la presenza del Gruppo risponde anche alla richiesta di una loro collaborazione attiva e che i contenuti che il gruppo affronta possono essere arricchiti dalla loro esperienza.
L’obiettivo si potrà considerare raggiunto non quando le persone prenderanno da noi ciò che gli daremo, bensì quando cominceranno a utilizzare i nostri stimoli per produrre qualcosa di cui si sentano proprietari, ovvero quando parteciperanno attivamente ad un corso di pittura, piuttosto che scolastico, ai lavori del gruppo o ad un lavoro interno al carcere.