I grandi silenzi |
Giuseppe Carnovale | 25-01-2010 |
Viviamo da tempo in una fase di “emergenza educativa”. I giovani temono il futuro; indeboliti dal solco tra genitori e figli, spesso cavalcano le incertezze del nostro disagio sociale. Gli impegni portano gli adulti lontano da casa e li sottraggono al compito genitoriale, che forse è il solo buon motivo che giustifica la nostra vita. I grandi silenzi riducono in polvere il valore delle piccole cose e la vanità del "tutto e subito" ne prende il posto.
Credo sia un bene far capire ai ragazzi il valore della pazienza. Loro vogliono sentirsi vivi e possono esserlo se in noi ci sono autentici rapporti d’amore; hanno solo bisogno di tempo e presenza, di qualcuno che voglia entrare in contatto con il loro mondo, per regalare il conforto di una relazione reale e profonda, entrando nel cuore per rimanerci, per sciogliere quanto di freddo c’è e riempirlo di vera umanità. I ricordi, anche i più tristi, diventano belli quando i dolori vengono spartiti tra tutti con solidarietà. Non sono le cose materiali che riempiono il cuore e neppure i facili paradisi artificiali delle droghe e delle fughe dalla realtà.
Dalla vita abbiamo ricevuto doti e capacità e abbiamo l’opportunità di esprimere un dono che, se riconosciuto tale, è un punto di partenza, che fa gustare tutto quello che c’è; questo atteggiamento è la salvezza nei confronti di un individualismo sterile, di una competizione intesa come schiacciamento o avvilimento dell’altro. Credo che la strada della comprensione e della tolleranza reciproca possa essere indicata solo nella misura della propria apertura di cuore e, quindi, della propria intelligenza.