Da bullo a leader positivo |
TIziana Pozzetti | 04-12-2010 |
Aparo individua le condizioni che portano al Bullismo:
Viene letta la poesia di Andrea Mammana:
Angeli ribelli
Cavalcano fulmini
Dalla vita breve
L’oblio non li spaventa
Si nutrono d’eccitazione
Con luci colorate
Addobbano i ricordi
Sul viale della morte
Seguita da un caloroso e prolungato applauso.
RIFLESSIONI SULLA GIORNATA:
Gli ospiti parlano dei loro progetti collegati con il tema del Bullismo.
Mentre ascolto nascono in me alcune riflessioni.
Il Dr. Luca Bernardo descrive l'episodio di un ragazzo che ha picchiato un suo amico con la cartella e si è fermato solo dopo aver esclamato “mi si sta rovinando la cartella”. La cartella si stava sporcando di sangue.
Mi domando quanta rabbia e quanto rancore deve esserci in un ragazzo che arriva a fare un gesto del genere. Da dove arriva questo rancore? Contro chi è diretto? Chi sta realmente picchiando quel ragazzo?
Durante la discussione alcuni conferenzieri hanno parlato di mancanza di valori, ma è realmente così? I bulli non possono a volte essere figli di gente per bene? Non potrebbero essere nostri figli?
Allora si può davvero parlare di mancanza di valori? E se mancano, dove sono? Perché mancano? Non ci sono mai stati? E se invece ci sono stati, ora dove sono finiti? Dove si sono persi?
Non può essere che questi valori siano rimasti sepolti da una coltre di rabbia, odio e rancore?
E da dove arriva questo rancore?
E' importante porsi queste domande anche e soprattutto per individuare le condizioni che potranno permettere una trasformazione del ragazzo, da bullo a leader positivo.
Qualcuno ha parlato di una crisi della figura materna, altri hanno detto che deve essere la scuola a vicariare la carenza dei genitori, diventando talvolta più importante della famiglia stessa. In ogni caso, tutti concordano sul fatto che è necessaria una guida positiva credibile e capace di accogliere il ragazzo con i suoi bisogni e di valorizzare le sue potenzialità.
Durante la discussione si è parlato molto dell'importanza di utilizzare lo sport per trasmettere al ragazzo dei principi, una disciplina, per trasformare il suo corpo e con esso il carattere.
Tuttavia mi domando se accanto a tale proposta, importante per un buono sviluppo psicofisico del ragazzo, non sia altrettanto opportuno introdurre degli interventi che lo aiutino ad individuare le istanze più conflittuali che albergano dentro di lui. In tal modo è possibile aprire un dialogo con le parti più contratte di se stessi e liberare la creatività sopita.