Lettera ai giovani |
Giuseppe Carnovale | 11-11-2009 |
Sono Giuseppe Carnovale, ho 58 anni dei quali 24 passati in prigione; frequento il Gruppo della Trasgressione. Oltre ad essere un trasgressore, sono molto timido e curioso.
Mi sono chiesto cosa facciamo al gruppo, quali obiettivi abbiamo. E’ quasi un esame di coscienza, si deve dimostrare a se stessi di aver fatto un passo avanti nella consapevolezza di sé e degli errori fatti; questo potenzia le nostre capacità, che è lo scopo delle nostre riflessioni.
Ci viene chiesto un impegno nella nostra crescita e allo stesso tempo un impegno nel valorizzare i nostri lati positivi, per impiegare meglio i nostri talenti.
Non vedo come possa dare esempio ai giovani chi ha trasgredito per tutta la vita. Mi sforzerò di fare le mie osservazioni solo se mi verranno richieste.
Di cosa soffrono oggi i giovani? Forse mancano d’identità, forse non conoscono i loro talenti. Forse questa mancanza li fa diventare invadenti, prepotenti al punto da soffocare se stessi!
Credo che i giovani debbano essere difesi dall’aggressione sotterranea, strisciante alla quale sono esposti. Il giovane è “debole” e, come spesso succede, il debole subisce l’influenza del forte. Ma penso che su certi temi sia molto difficile confrontarsi con loro!
Quando il ricordo di sé e dei propri talenti si degrada nella banalità della vita e la solitudine ritorna nel cuore delle persone, allora la comunicazione con se stessi e con gli altri dovrebbe trovare uno spazio per curarla.
Per quanto mi riguarda, adesso che non sono più lo stesso estraneo di ieri, cercherò di percorrere un mio sentiero. Prima che il nero della notte oscuri il mio cammino con le ombre di ricordi lontani e di future incertezze, voglio imparare ad ascoltare. Timbro il tempo per esserci, sapendo che ogni secondo sprecato è una parte di me che muore.
Per me sarebbe ingenuo oggi inseguire un sogno, immaginare spazi che mai mi sarà possibile ritagliare. Ma occorre comunque fare tesoro dei propri errori, non buttare via il tempo, è necessario viverlo con il cuore.