Gli scout sul tema dell'autorità

Dai minigruppi

12-03-2006  

Microgruppi Scout - domenica 13-3-06 pomeriggio

Scout del 3° anno,
con Gabriele Rossi, Livia Nascimben e Stefania Romanelli

La punizione se è oppressione non serve, la soluzione non può essere solo mettere le persone in carcere, bisogna portare la realtà del carcere all’esterno. Due autorità per me significative sono state i miei genitori e un mio capo scout. Secondo me la punizione è utile se alla persona che ti punisce tu hai accordato l’autorità. L’autorità deve meritare la mia fiducia, devo avere fiducia nell’autorità perché mi possa sostenere nella crescita.

L’autorità rappresenta un modello, penso a mia madre. E’ importante che l’autorità abbia stima della persona su cui esercita il suo potere, oltre che rispetto (che vedo più sul versante professionale). Per stima intendo: credere che tu possa raggiungere l’obiettivo, desiderio che tu ce la faccia, voglia di imparare da te. L’autorità deve fare rispettare le regole ma anche arricchirsi con te: è un modello ma non è un modello perfetto.

 

 

L’autorità come Stato deve garantire una base comune in cui tutti i cittadini siano messi nella stessa condizione per costruire, in questo senso l’autorità è garante dell’equilibrio, del desiderio e del bene comune.

L’autorità ha la funzione di stimolarti perché ti stima; deve garantire collaborazione e appoggio.

Un’autorità utile ispira rispetto prima che soggezione.

Ho capito che siamo tutti nella stessa barca, tutti dentro abbiamo il male e tutti dentro abbiamo il bene. Non tutti esprimono il bene, occorrono le condizioni per farlo. L’autorità dovrebbe creare queste condizioni favorevoli. Il male emerge in condizioni di disagio.

 

Il confronto con i detenuti mi ha permesso di considerare i miei limiti come qualcosa da riconoscere e da cui ricavare un utile, non più solo da tenere accuratamente nascosti.

L’autorità deve essere ferma ma anche cercare di capire.