Il capostazione |
Marta Sala | 09-12-2005 |
È venerdì sera. Pensieri.
Marco. Dopo una settimana di lavoro intenso finalmente si torna a casa. Sono uscito un quarto d’ora prima dal lavoro per trovare posto a sedere, non sarei riuscito ad affrontare l’ennesimo viaggio in piedi. A casa mi aspetta la festa di compleanno di mio figlio. Chissà se gli piacerà il mio regalo..
Lucia. Evvai! Sono riuscita a prenderlo nonostante quei polentoni dei miei compagni di università! Camminano davvero come lumache. Appena arrivo a casa doccia e poi fuori a cena con quei pazzoidi dei miei amici. Finalmente!
Paolo. Ma quando parte sto treno del cavolo! Sono in ritardo.. Non è possibile, io pago il biglietto e loro mi devono garantire la puntualità. Non esiste che ogni volta devo aspettare mezz’ora o addirittura perdere la coincidenza a Bologna per colpa loro.
Giuditta. Che puzza che c’è, ma la gente non è capace di lavarsi? Che schifo. E sono già cinque minuti di ritardo. Non è che si può sempre star qui ad aspettare i loro porci comodi. Prima quello stronzo del mio capo, ora questi. E io subisco e basta.
Le porte del treno si chiudono. Il treno sta per partire. Si muove!
Marco. Lucia. Paolo. Giuditta. Finalmente!
Un fischio. Il capostazione ferma il treno. Le porte si riaprono.
Marco. Ma che succede? Speriamo non sia un guasto se no arrivo in ritardo da Luca. Ho proprio voglia di abbracciarlo. Non posso arrivare in ritardo!
Lucia. Ma che succede? Speriamo non sia successo nulla di grave. L’ultima volta che sono rimasta bloccata sul treno era perché sulla mia linea, qualche stazione più in là, era deragliato un Intercity..
Paolo. Non è possibile, lo fanno apposta. È una congiura. Mo che vuole sto cretino del capostazione? La gente ha anche altro da fare!
Giuditta. Ecco. Lo sapevo. In questo paese ognuno fa quello che vuole. Ferma il treno perché gli gira così. E noi non possiamo dire nulla.
… trenta secondi dopo…
Paolo. Giuditta. Allora…
Marco. “Scusi, capostazione. Che succede? C’è qualche guasto? Ci vorrà molto?”
Lucia. “Scusi, capostazione. È successo qualcosa? Quando si riparte?”
Capostazione. “Non vi preoccupate signori, non è successo assolutamente nulla. Tra neanche un minuto si riparte. È solo che c’era una persona in difficoltà che deve prendere questo treno. Mi sono permesso di farvi attendere due minuti. Chiedo scusa.”
Una vecchina col bastone cammina lentamente verso il treno. Non riusciva a riconoscere quali monete doveva usare per pagare il biglietto, così l’impiegato era dovuto uscire dalla sua postazione vetrata per aiutarla. Aveva poi avvertito il capostazione il quale si era precipitato a fermare il treno. Ora la vecchina sale a fatica sul treno, ringraziando il capostazione per il suo prezioso aiuto. Chissà dove scenderà e cosa la aspetta al suo arrivo.
Le porte del treno si chiudono. Si sente il rumore tipico del motore di un treno che sta per partire.