L'Etna e la Fontana |
Pippo Natoli | Corsico, 25-02-2007 |
Dottor Aparo, buongiorno
Come può ben vedere, anche io so fare ogni tanto delle sorprese.
Spero che sia una bella sorpresa anche per Lei. Mi sento di essere all’asilo, sto imparando l’alfabeto. La cosa mi emoziona un po’, per me è una novità scrivere in internet, devo dire molto piacevole.
Questa mattina ho telefonato a Livia, era arcicontenta di sentirmi, poi le ho detto che mi avevano istallato internet, così mi ha dato le prime lezioni per come fare a collegarmi con il sito.
Con mia sorpresa è stato più facile di quello che immaginavo, così ho incominciato a spulciare dentro gli indici, mi sono passato un'oretta molto bella, sono tornato indietro con gli anni, mi sembra ieri che sono uscito dal carcere, la mia malattia per il Dottor Aparo e il gruppo è rimasta inalterata, posso ancora litigare per difendere o, semplicemente, per comunicare ciò che penso a qualche lettore del sito.
Io sono stato sempre definito un rompi scatole, non solo in carcere. Le posso assicurare che nel mio lavoro tutti mi fanno delle critiche, ma poi chissà perché tutti mi cercano per lavorare con me. Si vede che ho un caratteraccio che non piace, ma nel mio mestiere mi so ben far valere. Ho fatto bene in carcere, figurarsi fuori, dove le mie idee le posso elaborare a mio piacimento dove i limiti sono molto più ampi, e questo più avanti spero di poterlo dimostrare, specie nella mia professione.
Per adesso sto facendo i primi passi come imparare ad usare il computer, poi vedrò se magari poterlo sfruttare per le mie capacità professionali e per connettermi con il mio gruppo. Vero che è anche mio? Anche se non lo è, io lo sento mio, lo sento così tanto che ne avevo fatto una malattia quando ero in carcere.
Saluto tutto il gruppo, ma soprattutto quelli interni. Spero che Lei cortesemente me li vorrà salutare, e un abbraccio alle mie studentesse o laureande.
Dottor Aparo, sento spesso Livia. Sono contento quando sento la sua voce, quando la sento parlare spedita, senza vergogna di dire la sua. Ricordo, durante le riunioni al gruppo, quanto ci faceva penare per dire una parola; e quante lacrime! Che brava Livia, ha avuto la fiducia che ci voleva e oggi è a un passo dalla laurea e bravissima a comunicare.
Ciao a tutti, Pippo