Orazio Sanfilippo e Silvia Casanova | 26-06-2004 |
Nella riunione del 12-06 si è parlato dello scritto di Marta: Venezia, maschere di carnevale e viuzze, sogni, mostri, buio, vuoto, incubi e precipizi, mani verdi e sgrinfie.
Ricordate le favole che ci raccontavano i nostri nonni oppure la mamma o il papà prima di andare a dormire? Adesso siamo grandi, ma sento che più si cresce e più si torna bambini, con le invidie e i desideri di quel tempo. Ma siamo davvero adulti o stiamo ripercorrendo la strada all’indietro?
Si sa che di draghi non ce ne sono più, neppure di cavalieri coraggiosi e nemmeno l’ombra di una bella principessa che vaga per le foreste misteriose, incantando con lo sguardo limpido e il sorriso lucente scoiattoli, uccelli, farfalle, cerbiatti, mentre sogna il suo principe azzurro.
A volte penso che la nostra epoca non abbia più frontiere e avventure.
Il nostro destino è ancora nascosto dietro qualche stella o qualche ombra?
Le stelle e le fate che fine hanno fatto? Dove si sono dileguate, si sono mischiate all’ambiguità del buio? Principesse, draghi, cavalieri, incantesimi che fine avete fatto?
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Forse in questo tempo hanno mutato d’abito... uniformi, tenute da pronto intervento, maschere antigas?
Sono demoni o fate quelli che ci invitano a credere ancora nel mondo, a fare i conti con una realtà che forse si può ancora inventare insieme con gli altri?
Che futuro posso costruire se non ho più la bacchetta magica di quando ero bambino per i miei figli e miei nipoti?
E’ una domanda che mi pongo ogni notte, mentre vago nei sentieri del bosco.
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