II pozzo e lo straniero |
Cisky |
15-09-2012 |
C’era una volta, nel Regno di Memoria, un terreno arido, con al centro un pozzo tanto profondo da non potersene vedere la fine. Gli abitanti del paese, i Ricordi, non credevano alla prosperità di quella terra e neanche si domandavano come mai il pozzo fosse sempre secco quando provavano a tirare su l’acqua per irrigare il campo. Nel corso degli anni i Ricordi persero completamente le speranze di poter coltivare qualcosa in quel luogo e lo abbandonarono.
Un bel giorno, un forestiero, giunto a Memoria per caso, si trovò a passare vicino al pozzo e s’innamorò subito di quel posto. Non volle credere a ciò che ovunque veniva stancamente ripetuto dai Ricordi riguardo a quell’appezzamento arido e abbandonato da anni, perciò spese tutti i suoi averi per acquistare quel pezzetto di campagna con il pozzo vuoto e senza fondo. Si rimboccò le maniche e cominciò a lavorare il campo e a piantare semi. Il vero problema restava l’acqua, ma questo dettaglio non sembrava preoccupare il nostro amico…
Quando arrivò il momento andò al pozzo e calò al suo interno il secchio con la corda di fronte allo scherno degli abitanti di Memoria. I Ricordi, divertiti da quel gesto ripetuto da ognuno di loro mille e mille volte, e sempre invano, gridavano ridendo all’uomo: “Non c’è acqua”. Ma lo straniero, indifferente, continuava, bracciata dopo bracciata, a tirare la fune fuori dall’antro buio del pozzo. Ed ecco finalmente spuntare il secchio.
Uno stupore silenzioso scese sulla folla dei Ricordi, di fronte al secchio pieno d’acqua. Lo straniero si fece una grande risata: “dovevate solo non arrendervi all’apparenza, per superficialità avete scelto di credere che fosse il pozzo ad essere vuoto, mentre invece era semplicemente il secchio ad essere bucato”. E si avviò sereno, con il secchio pieno, a coltivare quello che aveva seminato con pazienza e passione.
Da allora lo straniero divenne a tutti gli effetti un Ricordo, un vero abitante del vasto Regno di Memoria.