Da CORRIERE DELLA SERA, Venerdì 04-Gennaio-2002
Oriana Fallaci sulla sfida
".. E' a causa della vita che ho avuto, credo, che la guerra è il mio riferimento continuo. Che vedo tutto in termini di pace e di guerra. Antipatico, vero? E allora diciamola tutta... Ho parlato di lugubre dimestichezza. Dovrei parlare anche di lugubre intesa? Ecco.. vedi.. ecco.. La guerra è la sfida delle sfide perché è una continua sfida che fai con te stesso. Quando ti muovi per partecipare a un combattimento o quando sei in un combattimento, ad esempio, nessuno si cura di te. Nessuno ti guarda. Sei completamente solo con te stesso, giudice di te stesso. Così è a te stesso che rivolgi la sfida di andare avanti, vincera la paura, restare vivo... E' con te stesso, insomma, che non vuoi fare una figuraccia. Perchè con te stesso non puoi mentire, indulgere a trucchi. E...vedi, impegnata com'ero a condannare la guerra, della guerra io ho sempre raccontato gli orrori e basta. Non ho mai avuto la forza di confessare il fascino oscuro, la seduzione perversa, che essa esercita o può esercitare su chi ci si trova dentro. Una seduzione, Dio mi perdoni, che nasce dalla sua vitalità. La vitalità di quella sfida, appunto. Diciamolo una volta per sempre, col capo coperto di cenere ma una volta per sempre: io non mi sono mai sentita così viva come quando, vinta la sfida con me stessa, viva sono uscita da un combattimento anzi da una guerra."