Carcere di Opera 03-04-13 Ho inventato una canzone Per far tremare le mura Della mia prigione Per sette anni ho resistito ma nel frattempo il pensiero è arrugginito E mi pare anche un po’ sbiadito Come le mura entro le quali mi sono seppellito. A cena il minestrone A pranzo il peperone Al mattino, latte E frutta fuori stagione Il tempo gira nella confusione Passa pure l’assistente Con lo sguardo strafottente Io lo chiamo, lo reclamo Lui rimane indifferente Oh che rabbia e frustrazione Vaffanculo sta prigione! Ora torna l’assistente E con aria impertinente Lui mi dice: “arrogante mi hai insultato, E io lo dico al magistrato” Il giorno dopo arriva l’avvocato Che ripete: “tu hai sbagliato il limite lo hai proprio superato”. Ci ho pensato e ripensato Su un muro invisibile ho picchiato: Il mio limite, quando mai e soprattutto Accanto a chi l'ho conosciuto? Ora ecco la Trasgressione Dove il tempo è un’occasione Cercare il senso è una missione. Grazie al Gruppo e alla mia mente Ci ho pensato intensamente Ora il limite ho compreso: E’ un amico che ho frainteso! Guardo anche al mio passato E a tutto quello che ho sbagliato Ma non mi sento disperato Lavorando sul presente e Impegnando la mia mente Guardo al futuro Con un occhio più maturo. Come un frutto cresciuto Con quel Gruppo che ho citato Oramai mi sento pronto per la bancarella del mercato. Questo scritto ha più di un nome Perché è frutto di un’integrazione Che alla fine è la funzione Del Gruppo della Trasgressione Mohamed Ounnas Antonio Catena |